No, non siamo tutti CHARLIE HEBDO... Ma poco importa.

No, non siamo tutti CHARLIE HEBDO... Ma poco importa.

Come fronteggiare il terrorismo che si fa strada in Occidente?

Ad un giorno di distanza dall'attacco al giornale satirico francese "Charlie Hebdo", dopo aver assistito inerme alle immagini che hanno fatto il giro del mondo, via web, trasmesse dalle varie emittenti, dopo aver letto opinioni contrastanti, dei musulmani moderati che condannano con rabbia gli autori di questi delitti, in quanto oltre ad uccidere dei civili indifesi in nome del loro Dio, ostacolano il loro già difficile percorso di integrazione all'interno di un'Europa dilanaiata e impoverita da una guerra economica strisciante, non dichiarata, di coloro che dicono che "Se la sono andata a cercare", di quei ben pensanti che sostengono di volerli rimandare tutti a casa fomentando l'odio xenofobo... Dopo tutto questa accozzaglia di opinioni e di caos, non mi rimangono che impresse le immagini del poliziotto (musulmano) a terra, ferito, che implora pietà e che viene freddato senza alcun incertezza dal boia in nero.

Il mondo Occidentale è del tutto impreparato e sguarnito agli attacchi terroristici, un mondo che si basa sulla libertà di scambio di merci e di persone, risulta intrinsecamente vulnerabile a questo tipo di attacchi, certo l'Intelligence, certo le forze dell'ordine, ma questo non basta, non può bastare per difendere ogni singolo obiettivo sensibile e sono tanti, da un qualsiasi aero, aeroporto, treno, stazione ferroviaria, diga.

Alla luce di queste considerazioni si può pensare che effettivamente se la siano andati a cercare quelli di Hebdo, che scherzare su argomenti così sensibili, quali religione, profeti vari, non sia stata una buona idea, soprattutto se si ha a che fare con individui scarsamente dotati di senso dello humor...

Un po' come insultare la tifoseria avversaria seduti però sugli stessi spalti... Un suicidio.

Quegli esseri in nero con cui l'Occidente si trova a convivere, non condividono nessun principio, valore occidentale, quali il rispetto per la vita o la libertà di critica anche al limite dell'offesa, tipica della satira. Il problema non sussisterebbe se potessimo essere impermeabili ad essi, se potessimo confinarli nei luoghi sperduti da dove vengono, ma questo per l'essere stesso della nostra cultura non è possibile.

Oltretutto le armi di spesso sono dotati i terroristi, se non di produzione occidentale, sono state vendute da mercanti di armi occidentali. I nostri stessi governi fomentano questa o quella fazione per influenzare la politica di questo o quel paese Mediorientale di cui nessuno si curerebbe se non per la presenza di fonti energetiche come petrolio o gas.

L'unico modo per vincere la guerra con questo cancro che ammorba il mondo è "occidentalizzare" quelle zone in cui ha terreno fertile la piaga del fondamentalismo, che va a braccetto con indigenza, ignoranza.

Quello che propongo non è esportare la democrazia, una conquista che un popolo ottiene alla fine di un percorso che può fare solamente con le proprie gambe, certo è che però si può aiutarlo in questo lungo cammino, contribuendo al suo benessere, al miglioramento delle condizioni di vita, nel farsi portatori dei valori di libertà che fondano la nostra società, con beneficio reciproco; in questo senso deve intendersi l'occidentalizzazione di cui sopra.

Solo quando avremo degli interlocutori, seppur di cultura diversa, ma che hanno dei principi fondanti comuni ai nostri, il terrorismo cesserà di esistere, come le cellule tumorali vengono eliminate naturalemente da un organismo sano che si auto-ripara.

Spero che l'uccisione spietata e feroce dei vignettisti di Charlie Hebdo non sia stata inutile, che la loro opera di denuncia delle storture, non solo nel mondo islamico, non vada perduta ma che serva come stimolo e monito a risolverle quanto prima possibile. 

Brontolo

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